DONNE IN GABBIA

Quando ho visto quest'opera d'arte al museo d'arte moderna di Roma ho subito sentito qualcosa che rimandava a ciò che sento e vedo intorno a me in questo periodo storico così pieno di contraddizioni.

 Da un lato infatti osservo l'emancipazione della condizione femminile da tanti punti di vista nel mondo occidentale, come la possibilità di scelta e le opportunità rispetto al passato, d'altro canto stride il continuo richiamo a condizioni di chiusura e impossibilità di comunicazione e dialogo, e a situazioni di femminicidio.

Come è possibile?

La perdita dell'istinto naturale, che ci tutela e ci fa restare libere, porta inevitabilmente a finire in qualche trappola. Molte sono le trappole in cui una donna può cadere: “addomesticamento” e perdita di creatività, uomini sbagliati, tossicodipendenze.

Ovunque, e in qualunque epoca si viva, sempre esistono gabbie in attesa: esistenze troppo ristrette in cui le donne possono essere attratte o sospinte. (….).

Per evitare trappole e insidie, dobbiamo riuscire a vederle in tempo. Dobbiamo sviluppare introspezione e prudenza. Dobbiamo imparare a virare.”¹

Possiamo cominciare a vedere segnali evidenti di qualche trappola prestando ascolto a come ci sentiamo: per es., incredibilmente affaticate, deprivate, spaventate, affamate di vita e creatività.

Spesso, se non si agisce in tempo, si diventa “bisognose”, uno stato più estremo del naturale “aver bisogno”, come dei “cuccioli affamati” che si accontentano scodinzolando di un osso da rosicchiare, di “briciole” ( tempo, affetto, attenzioni, sesso) e che sovente, soprattutto nei casi di maltrattamento e abusi si pensa di non meritare.

Spesso una donna persegue quello che pensa di dover fare e non quello che desidera veramente. Si lascia convincere a “restare” quando invece è tempo di andare, perde incisività, scherza quando non c’è da scherzare, tollera ciò che è intollerabile, non sa tagliare i rami secchi.

A volte le donne diventano facili prede perché non sono più vigili e prudenti. Nella loro vita è successo qualcosa che le ha portate ad addomesticarsi eccessivamente, perdendo l'istinto naturale di autoconservazione. Tuttavia, il desiderio di tornare allo stato naturale è sempre presente e appare qualcosa che lo ricorda ma non è lo stesso e viene confuso; si tratta di un’esca che nasconde una trappola. Queste donne “diventano sensibili ad avventure e relazioni che in realtà sono dannose per loro. Vivono in una tensione eccessiva nei confronti di persone e obbiettivi che non forniscono nutrimento, o che non durano.”² E sono state deprivate eccessivamente, vivendo come in una sorta di esilio. Per questo poi sono affamate di qualunque cose somigli al vivere pienamente e con soddisfazione.

Per esempio il piacere (cibo, sesso, shopping, droghe) è un modo per uscire dalla gabbia ma si tratta di un piccolo volo. Non è “lo spazio conquistato”.³

E' necessario recuperare la capacità di introspezione, e di consapevolezza. Allora poi sarà possibile riconoscere le trappole ed evitarle.⁴